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Un'unica sostanza per tutto l'universo e nessuna differenza che consenta una qualsiasi forma di trascendenza. Questo lo scenario filosofico e scientifico nel quale viene a collocarsi la descrizione dell'uomo contenuta in uno dei più fortunati e controversi testi polemici dell'illuminismo, scritto nel 1747 dal filosofo e medico Julien Offray de La Mettrie. L'intera dimensione del vivente è ricondotta a un principio materialistico unitario e può essere scientificamente descritta attraverso lo studio della struttura degli organismi. Da qui una serie di osservazioni e di esempi che illustrano il modo in cui incomincia ad articolarsi un nuovo sguardo rivolto alla vita, scrupolosamente basato sull'esperienza e al riparo da spiegazioni o tentazioni metafisiche. Da qui, anche, una messa fuori gioco della nozione di "anima" in quanto sostanza separata dal corpo e dalla materia. Di conseguenza un rilancio - assai azzardato per quell'epoca, ma non solo - di molte e decisive questioni morali.